Attesi, partecipatissimi e criticati: sono i concorsi per la Pubblica Amministrazione. Tra questi il concorso per la scuola ordinario, bloccato a causa Covid, che potrebbe ripartire il 3 maggio.

Il decreto legge 44/2021 sui concorsi pubblici voluto dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha come obiettivo la "semplificazione" delle procedure concorsuali, così da ridurre i tempi per l’assunzione.

Un’idea di semplificazione che non piace ai giovani concorsisti, specialmente per chi aspira a diventare insegnante di ruolo e per questo si è candidato al concorso scuola ordinario - da 32.000 posti - bandito lo scorso aprile. In una lettera di critica alla riforma mettono in luce un aspetto passato inizialmente in secondo piano: la cancellazione delle preselettive in favore di una valutazione dei titoli e delle esperienze professionali.

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Bisogna ripartire e alla svelta”: sono queste le parole d’ordine del piano Brunetta.

Lo sblocco dei tanto attesi concorsi pubblici è una prima tappa verso un piano di assunzioni e rinnovo dei contratti su larga scala. "Vogliamo garantire le assunzioni entro 100 giorni”, ha dichiarato il Ministro della Pubblica Amministrazione.

Il decreto legge 44/2021 semplifica le procedure concorsuali per la Pubblica Amministrazione. I concorsi si baseranno quindi su una prova scritta e una orale e sul punteggio finale influiranno titoli ed esperienza professionale. Anche il concorso ordinario della scuola potrebbe essere ad a un punto di svolta.

Il concorso semplificato ostacola i neo laureati?

Che si siano nuovamente dimenticati dei giovani? Questo è il dubbio che serpeggia tra i concorsisti dall’annuncio del decreto legge 44/2021. In particolare ad essere criticato è l’articolo 10:

Le medesime amministrazioni, qualora non sia stata svolta alcuna attività, possono prevedere la fase di valutazione dei titoli, dandone tempestiva comunicazione ai partecipanti nelle medesime forme di pubblicità adottate per il bando e riaprendo i termini di partecipazione.

"Qualora non sia stata svolta alcuna attività" sembra, a chi critica il decreto, proprio il caso del concorso ordinario per la scuola.

Per i giovani neo laureati il rischio è di non essere competitivi a confronto dei loro colleghi più anziani, i quali possono contare su esperienza pregressa e un maggior numero di titoli collezionati nel tempo.

Concorso scuola: "Nessun rischio per i giovani" o quasi

Dopotutto lo sappiamo: i giovani sono spesso messi in secondo piano dalla politica.

Tuttavia modificare in maniera retroattiva il regolamento del concorso ordinario per la scuola scatenerebbe uno tsunami di ricorsi tra giovani e meno giovani.

Brunetta ha dichiarato che non ci sono rischi per i neo laureati, in quanto si tratterà di titoli legalmente riconosciuti, come i diplomi, le lauree, le specializzazioni accademiche.

In questo caso è sbagliato evocare una presunta penalizzazione dei giovani, che anzi, anche in ragione del ritardato ingresso nel mondo del lavoro, spesso hanno acquisito titoli maggiori rispetto a chi si è laureato diversi anni fa”, ha voluto sottolineare Brunetta, dimenticando di chiarire l’aspetto dell’esperienza lavorativa pregressa.

A fronte dei 100 mila posti liberi per settembre 2021, la scelta migliore non sembra essere l’unione dei concorsi e la competizione tra precari e neo laureati. Aumentare i posti del concorso straordinario, pensato proprio per far entrare i più giovani nelle scuole, significherebbe mettere a paragone due categorie totalmente diverse.

Al contrario l’opzione più concreta, a detta di Marcello Pacifico, Presidente del sindacato ANIEF (Associazione nazionale insegnanti e formatori), è la creazione di un canale speciale di reclutamento.

Nelle prossime settimane spetterà a Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, chiarire se nella scuola saranno applicate le stesse regole previste dal decreto per l’amministrazione pubblica. Si attendono aggiornamenti prima del 3 maggio, data indicata come riapertura dei concorsi.