Riaprono le scuole dopo Pasqua, sia nelle zone arancioni che rosse (ma qui solo fino alla prima media), grazie al nuovo decreto anti Covid.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 31 marzo 2021, alle ore 17.40 a Palazzo Chigi, per approvare il nuovo decreto anti Covid, in vigore dal 7 al 30 aprile, che introduce anche molte novità per la scuola.

Il decreto firmato ieri in serata conferma le misure già in atto: divieto di visitare amici e parenti in zona rossa (ad eccezione del weekend di Pasqua) e didattica a distanza per molti studenti.

L’Italia si divide in due soli colori, rosso e arancione. Come ulteriore misura anti-Covid il decreto elimina le zone gialle e bianche.

Certo non basta solo sperare che tutto vada per il meglio, così tra chiusure più rigide e la promessa di aumentare il numero di vaccinazioni giornaliere, il Governo lascia aperta la possibilità di una deroga in caso di un concreto calo di contagi.

Decreto anti-Covid: in presenza fino alle scuole medie

Il governo ha disposto che la scuola riprenderà in presenza dal 7 aprile, ma non per tutti. Lezione in presenza per i ragazzi fino al primo anno delle scuole medie, mentre per liceo, istituti tecnici e università continuano le lezioni a distanza.

Dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri:

Il provvedimento dispone che dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato, sull’intero territorio nazionale, lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado.

Per i successivi gradi di istruzione è confermato lo svolgimento delle attività in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca in zona arancione mentre in zona rossa le relative attività si svolgono a distanza, garantendo comunque la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali".

Dal decreto anti-Covid si apprende anche che i presidenti di Regione, a differenza di quanto avvenuto fino a oggi, non potranno emanare ordinanze restrittive per chiudere le scuole.

Una limitazione dei poteri di cui si lamentano anche i sindaci: "Per la prima volta i sindaci e i presidenti di Provincia non sono stati consultati né informati sulle misure contenute nel testo", ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Scontro in Consiglio sul Decreto Covid

Il ministro della Salute Roberto Speranza esprime soddisfazione per le scelte messe in campo: "Il decreto mette la tutela della salute al primo posto", ha risposto interpellato in merito.

Non si fa attendere la risposta di Matteo Salvini, leader della Lega: "Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone - dice - per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza".

Salvini ipotizza una scelta politica di Speranza, ma i dati dal resto del mondo mettono il freno a possibili riaperture senza una fase di transizione. Francesco Boccia, deputato e membro della Segreteria nazionale PD, difende la scelta del ministro della Salute:

"Gli attacchi della Lega al ministro Speranza e al Cts sono inqualificabili e indegni. Le notizie che arrivano dalla Francia meritano il massimo rispetto e la considerazione sia da parte di chi è al governo sia da parte di chi vorrebbe riaprire tutto e presto.

Riaperture affrettate rischiano di sfuggire di mano per la contagiosità estrema della variante inglese. Chi non vuole guardare la realtà potrebbe accorgersi che gli effetti devastanti degli errori di sottovalutazione della situazione precipitano in pochi giorni".

Rimane aperta la possibilità di allentare le misure del nuovo decreto anti-Covid in caso di diminuzione notevole dei contagi, una posizione che ha permesso di trovare un equilibrio tra le forze di maggioranza.

Riapertura delle scuole: "Scelta non nell’interesse dei ragazzi"

La professoressa Antonella Viola, ospite di Lilli Gruber al programma Otto e mezzo, ha voluto ricordare come la salute psicologica degli adolescenti sia a rischio.

La scuola non serve solo a capire meglio le lezioni senza gli sbalzi della connessione internet, ma serve soprattutto alla socialità.

"Stanno soffrendo tutti gli adolescenti: i casi di depressione sono in aumento tra i giovani, così come i disturbi alimentari e i fenomeni di autolesionismo", ha continuato Viola.

Ha aggiunto, facendo riferimento all’esclusione del ritorno in presenza per gli studenti liceali e universitari:

"Questa è stata una scelta, più che nell’interesse dei ragazzi, nell’interesse dei genitori che devono andare a lavorare. Perché se avessi voluto fare gli interessi dei ragazzi, avremmo dovuto a pensare a tutti"

Rimane purtroppo evidente il problema della dinamica scolastica: mentre i più piccoli sono spesso accompagnati dai genitori a scuola, per gli studenti più grandi il trasporto pubblico è il mezzo principale di spostamento. In quel contesto bisogna agire, prima ancora che il ragazzo entri nella struttura scolastica.

Antonella Viola definisce la scuola sicura, ma non esente da pericolo:

"È il solito problema di creare equilibrio. Noi sappiamo che le scuole non sono fonte di contagio, non sono luoghi in cui si amplifica il contagio, però sono un luogo in cui il contagio può entrare".