È di pochi giorni fa l’ultimo rapporto dell’Istat il cui obiettivo è stato quello di fornire una panoramica sull’inclusione scolastica dei ragazzi disabili affrontando temi come la qualità dell’offerta, le risorse e l’accessibilità all’interno delle strutture.

L’indagine è stata ampliata alla scuola d’infanzia e alla secondaria di II grado. Si tratta complessivamente di 56.690 scuole italiane frequentate da 272.167 alunni con disabilità e che usufruiscono quindi dell’insegnante di sostegno.

Meno di una scuola su tre è veramente accessibile

Ciò che emerge dal rapporto non è assolutamente incoraggiante sia per gli studenti sia per i loro familiari. A preoccupare è soprattutto l’accessibilità agli istituti.

Nell’anno scolastico 2017-2018 solo il 32% delle scuole italiane è risultato accessibile dal punto di vista fisico-strutturale, meno di una su tre. Ciò testimonia la fitta presenza di barriere architettoniche negli edifici.

È doveroso fare delle differenze tra Nord e Sud. Percorrendo la penisola dall’alto verso il basso la percentuale di scuole accessibili si riduce drasticamente. Al Nord i valori superano infatti la media nazionale toccando il 40%, al Centro la percentuale inizia a scendere (32%), mentre al Sud si registrano i livelli più bassi (26%).

La regione italiana più virtuosa è la Valle d’Aosta con il 66% di istituti accessibili, mentre l’ultimo posto è riservato a Campania e Molise dove le scuole accessibili sono soltanto il 22%.

Ma quali sono queste barriere? Distinguiamo le barriere in due principali categorie riportate di seguito.

Le barriere fisiche

La prima barriera fisica riscontrata negli istituti è l’ascensore. I dati del report mostrano come la mancanza di un ascensore o la presenza di un ascensore non adatto al trasporto di ragazzi con deficit motori sia la barriera fisica più diffusa.

Questa lacuna, evidente problema per l’accesso dei ragazzi disabili nelle scuole, si riscontra nel 63% degli edifici.

Meno frequenti sono i casi in cui nelle scuole risultano assenti bagni a norma (30%), rampe esterne (23%) o servoscala (21%). Infine, sono fortunatamente molto rare le situazioni in cui una scuola abbia scale o porte non a norma (rispettivamente 7% e 4%).

Le barriere senso-percettive

Non soltanto accessibilità fisica, il rapporto dell’Istat prende in considerazione anche le barriere senso-percettive. Si tratta di barriere che non permettono l’orientamento o la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo da parte delle persone con disabilità sensoriale.

Come evidenzia il rapporto, in Italia solo il 18% delle scuole dichiara di possedere facilitatori senso-percettivi volti ad aiutare i ragazzi a riconoscere i luoghi e ad orientarsi all’interno degli edifici.

Anche in questo, è evidente il divario tra Nord e Sud: la percentuale di scuole dotate di ausili senso-percettivi diminuisce progressivamente passando dal 22% registrato al Nord al 13% rilevato nelle regioni del Sud.

Un’altra barriera: le postazioni informatiche e gli ausili

L’indagine ha riscontrato un altro problema sempre collegato alla carenza di inclusione degli alunni disabili. Si parla delle postazioni informatiche e dei relativi ausili necessari a facilitare l’interazione tra gli studenti con disabilità ed i loro compagni di classe.

Nelle scuole d’infanzia gli strumenti informatici a supporto della didattica sono diversi da quelli utilizzati nelle scuole di altro ordine per via della diversa età degli alunni. Il dato negativo riguarda principalmente questo ordinamento: solo il 16% le scuole di infanzia è dotato di tecnologie specifiche a supporto dell’alunno e confrontando le varie regioni italiane c’è omogeneità nei numeri.

Tra le tecnologie quelle più usate sono gli strumenti di base quali PC e tablet ma non mancano anche strumenti più specifici come software per la comunicazione aumentativa e alternativa.

Per quanto riguarda invece gli altri ordini scolastici solo un quarto delle scuole è carente di postazioni informatiche per i ragazzi con sostegno. Le regioni più dotate sono l’Emilia Romagna (85%), la Provincia Autonoma di Trento (84,2%) e la Toscana (82%), mentre quella con meno postazioni è, contro ogni aspettativa, la Provincia Autonoma di Bolzano.

Un dettaglio non meno rilevante però che non favorisce l’inclusione dei ragazzi disabili, è che nella maggior parte dei casi queste postazioni vengono collocate in aule specifiche per il sostegno (45% delle scuole) o in laboratori (57%) piuttosto che in classe (43%) dove l’integrazione sarebbe facilitata.

Scuole inaccessibili ma pochi lavori per abbattere le barriere

Nonostante la percentuale di scuole accessibili sia molto bassa, nel corso del 2018, la spinta ai lavori di abbattimento delle barriere non è stata così forte. I lavori infatti sono stati effettuati solo nell’11% degli istituti scolastici.

Considerando le sole scuole primarie e secondarie di I grado ed un arco temporale di 5 anni, il livello di accessibilità grazie alla sola riduzione di barriere fisiche è passato dal 14% dell’anno scolastico 2013-2014 al 33% del 2017/2018. La presenza di barriere senso-percettive è invece stabile negli anni ed interessa il 20% delle scuole.

Volendo approfondire le problematiche delle nostre scuole, consigliamo di leggere il report completo dell’Istat che trovate di seguito.

Report annuale ISTAT sull’inclusione scolastica
Clicca qui per scaricare il report dell’Istat sull’inclusione scolastica, nel quale sono stati presi in esame parametri come l’accessibilità, la qualità dell’offerta e le caratteristiche degli alunni con sostegno.