Nel suo intervento a Radio 24, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, difende le scelte sulla scuola non solo del Governo di cui fa parte ma anche di quello precedente, ricordandone le azioni e gli investimenti.

Si è fatto moltissimo, saremmo ingrati verso il governo precedente nel non notare cosa è stato fatto", ha dichiarato a Radio Rai 24, durante l’intervento dello scorso venerdì 23 aprile.

Il Ministro non è nuovo a queste affermazioni; già durante le fasi del passaggio di carica si era esposto sul lavoro dell’ex Ministra Lucia Azzolina, definendo il suo lavoro "massiccio e importante".

Dal 60% al 70-75% in presenza, ma le Regioni non ci stanno. Bianchi risponde anche alle critiche delle Regioni, con le quali è iniziato lo scontro dopo il Consiglio dei ministri. Secondo le Regioni il cambio di idea è avvenuto dopo aver già raggiunto un accordo e senza essere interpellati. Un atteggiamento che ha incrinato la collaborazione, dice il Presidente della Conferenza Stato-Regioni.

Patrizio Bianchi sul lavoro svolto finora

Da oltre un anno si discutono le iniziative per riportare la scuola in presenza in sicurezza. Tra alti e bassi, la scuola si è sempre dimostrata un ambiente difficile da monitorare, questo anche per via dei trasporti e delle mancanze strutturali degli istituti italiani.

Da parte del Governo non sono mancate le risorse: nei 10 mesi sotto la direzione di Lucia Azzolina sono stati stanziati 331 milioni per gli interventi nelle scuole. Tra gli obiettivi di questo investimento vi era la necessità di ampliare gli spazi delle lezioni.

Eppure ancora oggi uno degli ostacoli maggiori al rientro in classe al 100% per tutti gli studenti, dall’asilo alle superiori, è proprio il sovrappopolamento delle classi.

A settembre, come già hanno riportato criticamente alcuni dirigenti scolastici, non ci sarà posto per tutti nelle aule se si dovranno rispettare le norme, tra cui appunto il distanziamento di un metro tra i banchi occupati.

Ad oggi siamo ancora in una situazione di emergenza: senza tamponi, misuratori della temperatura, tracciamenti o potenziamenti dei trasporti. Queste sono le principali critiche agli interventi scolastici di questo e del precedente Governo ai quali rispondere prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Ma Bianchi non ci sta e difende il lavoro del Ministero dell’Istruzione e del Governo: “Si è fatto moltissimo, saremmo ingrati verso il governo precedente nel non notare cosa è stato fatto".

Scontro tra Bianchi e Regioni: "Scuola problema politico"

Non difende solamente l’ex Ministra dell’Istruzione, ma anche il proprio operato. Bianchi afferma di aver ripreso il lavoro, senza interruzione, sugli interventi nelle strutture.

Sono stati investiti 150 milioni per le sanificazioni e gli interventi sulla salute, compresa quella psicologica e altri 150 milioni per l’ampliamento dell’offerta didattica.

Sullo scontro con le Regioni, che in queste ore hanno criticato il cambio delle disposizioni sulle aperture, ammette che sì "in conferenza era stato stabilito il 60%", ma tenendo in considerazione l’obiettivo dell’apertura al 100%.

"Non c’è divergenza", continua Bianchi, spiegando che fin da subito il piano era di aprire al 100%, come promesso dal Governo.

Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza Stato-Regioni, non è convinto e ha affermato che si è ormai incrinata la collaborazione tra Stato e Regioni, proprio perché non è stato richiesto un nuovo incontro per le decisioni prese in Consiglio dei ministri.