La lingua dei segni sbarca nelle scuole: durante la mattinata del 7 Dicembre il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ed il Ministro Lorenzo Fontana (Famiglia e Disabilità) hanno firmato uno specifico Protocollo d’Intesa avente come obiettivo la formazione di docenti esperti e qualificati nella LIS (Lingua dei segni italiana) al fine di favorire la completa inclusione scolastica dei bambini sordi.

La lingua dei segni italiana è la lingua usata dalle persone sorde e udenti appartenenti alla Comunità Sorda Italiana ed è un sistema comunicativo che sfrutta il canale visivo-gestuale che risulta integro nelle persone sorde.

La lingua dei segni non è internazionale bensì esistono tante lingue dei segni quante sono le comunità Sorde sul pianeta.

Così come affermato dal Prof. Vincenzo Filiberti non esiste una sola categoria di sordi bensì tre:

  • Sordi Oralisti: sordi portatori di protesi acustiche o di impianto cocleare e percorrono la strada dell’oralismo avvalendosi dell’aiuto del logopedista;
  • Sordi Segnanti: sordi che, per comunicare, usano la LIS;
  • Sordi LMG: sordi che scelgono il cosiddetto LMG (Linguaggio Mimico-Gestuale), diverso dalla LIS perché la gestualità si avvicina molto al mimo.

In cosa consiste la lingua dei segni?

La LIS è una lingua con cui sordi e non comunicano tra loro avvalendosi dei segni. I loro principali mezzi di comunicazione sono le mani e la vista (canale visivo-gestuale) da non confondersi con il LMG.

L’alunno sordo trovandosi in una classe di “udenti” si sentirà escluso ed isolato, sia per quanto riguarda il rapporto alunno-insegnante sia per quanto riguarda l’aspetto della socializzazione con i suoi coetanei; l’alunno che soffre di deficit uditivo ha una grande capacità di avvalersi della lettura labiale, il che implica però un grandissimo sforzo di concentrazione da parte sua e che quindi potrà ripercuotersi sul suo rendimento scolastico.

Ed è proprio qui che entra in gioco il ruolo delle insegnanti di sostegno; ma attenzione, la maggior parte di queste figure non conoscono la LIS risultando così perfettamente inutili per l’alunno non udente.

La proposta del ministro Bussetti e Fontana

Con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa i Ministri Bussetti e Fontana ed il vice premier Matteo Salvini si impegnano a formare, tramite corsi di formazione obbligatori, docenti qualificati al fine di garantire una corretta educazione agli studenti che soffrono di deficit uditivo.

Ha spiegato così il ministro Fontana:

“I corsi di formazione che struttureremo daranno finalmente loro una risposta attesa da tempo. Per questa iniziativa saranno utilizzati fondi del Pon per la scuola 2014-2020. Abbiamo subito a disposizione 6 milioni. Partiamo con questi percorsi, ma voglio subito anticipare che lavoreremo affinché’, già’ a partire dai prossimi corsi di specializzazione per diventare insegnanti di sostegno, nei programmi sia presente la LIS. Non facciamo dunque un intervento isolato, ma ci stiamo già proiettando nell’ottica di proseguire questa azione anche in futuro, in modo strutturale”. “In coerenza con un impegno assunto già’ in campagna elettorale e dopo un percorso di condivisione, d’intesa con il Miur portiamo a compimento il primo percorso di formazione per docenti con competenze specifiche in materia di LIS.”

Concludendo con:

“Nello spazio di poche settimane saranno pubblicati i bandi per consentire ai docenti di partecipare alla formazione. La padronanza della lingua Lis rappresenta inoltre una qualificazione per il personale docente che opera nel nostro sistema scolastico. Tengo a sottolineare che questa iniziativa si colloca in una strategia più’ ampia che, d’intesa col Miur, vuole dare sempre maggiore effettività’ alla normativa per l’inclusione scolastica ed anche universitaria degli studenti con disabilita’. Il nostro ministero partecipa infatti anche a un tavolo tecnico presso il Miur per redigere un codice della legislazione scolastica e universitaria”.