La definizione più comune di metafora è quella di figura retorica che consente di “parlare di due cose contemporaneamente”. Aristotele ha voluto semplificare la metafora accorpandola alla similitudine e definendola una “similitudine implicita” appunto (Aristotele, Retorica:1457b); mentre il filosofo Paul Ricoeur vedeva nella metafora il motore stesso del linguaggio.
La metafora, in sintesi, è un elemento espressivo del linguaggio ampiamente utilizzato e che non dobbiamo confondere con la similitudine. In questo articolo cercheremo di definire la metafora, la differenza con la similitudine e l’uso che se ne fa nella quotidianità e nella letteratura.
Cos’è la metafora?
L’enciclopedia Treccani scrive:
Metàfora s. f. [dal lat. metaphŏra, gr. μεταϕορά, propr. «trasferimento», der. di μεταϕέρω «trasferire»]. – 1. Processo linguistico espressivo, e figura della retorica tradizionale, basato su una similitudine sottintesa, ossia su un rapporto analogico, per cui un vocabolo o una locuzione sono usati per esprimere un concetto diverso da quello che normalmente esprimono.
In parole chiare: la metafora è una figura retorica che consiste nel trasferimento di significato tra due termini che hanno tra loro un rapporto di affinità o somiglianza.
Questa “trasposizione” nel pratico serve a sostituire un termine con un altro paragonabile al primo. Facciamo un esempio:
“Luca è una roccia”.
Luca è una persona, non un oggetto inanimato, quindi con “roccia” si fa riferimento alle caratteristiche di Luca simili a quelle di una roccia, ovvero essere la parte più dura della crosta terreste.
“Luca è una roccia” vuol dire “Luca è uno tosto”.
Differenza tra metafora e similitudine
La metafora è una figura retorica più fine, bisogna ragionare sulla frase per comprendere il trasferimento di significato che l’autore voleva lasciar intendere. Esempio: “Luca è una volpe”. Si può pensare che sia dello stesso colore? No, solitamente l’idea della volpe fa pensare a un animale furbo. Quindi, sciogliendo la metafora, possiamo dire che: “Luca è furbo come una volpe”.
Questa frase che abbiamo scritto “Luca è furbo come una volpe” crea la stessa immagine della metafora, ma è molto più esplicita e il trasferimento del significato è esplicitato, reso evidente, da un “come”. La similitudine è questo: un paragone tra due elementi. Per introdurre la similitudine si utilizzano:
- come;
- quasi;
- simile a;
- sembra un/una;
- appare-pare un/una.
Esempio di differenza tra metafora e similitudine:
Similitudine: Achille è forte e coraggioso come un leone.
Metafora: Achille è un leone.
Esempi di metafora
Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato della metafora. Eccone alcuni.
Dante ne Inferno, canto XXXIII al verso 49 della Commedia:
[...] Io non piangea, sì dentro impetrai...
Dante usa impietrai per dire che il suo cuore era diventato duro come una pietra.
Dante ne Paradiso, canto I ai versi 112-114 della Commedia:
[...] onde si muovono a diversi porti
per lo gran mar de l’essere, e ciascuna
con istinto a lei dato che la porti...
L’universo è un mare sul quale gli uomini navigano e si attraccano come navi a porti differenti perché hanno destini differenti.
Ariosto ne Orlando furioso, canto I (proemio) a ottava IV:
[...] e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio…
Con ceppo vecchio si intende capostipite.
Giacomo Leopardi ne La sera del dì di festa, ai versi 23-24;
[...] Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
in così verde etate!...
Il termine verde etate, variante poetica di “età”, viene utilizzato per intendere la gioventù.
Alessandro Manzoni, ne Il Cinque Maggio, ai versi 47-48:
[...] due volte nella polvere,
due volte sull’altar...
Nella polvere è utilizzato al posto di in disgrazia; sull’altar invece è usato al posto di in trionfo.
Giovanni Pascoli ne X Agosto, verso 13:
[...] Anche un uomo tornava al suo nido...
Il termine nido è utilizzato al posto di casa.