La pedagogia steineriana o di Waldorf, da cui prendono il nome le scuole che ne utilizzano il metodo, è un approccio educativo sviluppato nel 1919 da Rudolf Steiner (1861-1925).

Steiner è stato un famoso pedagogista e filosofo, fondatore dell’antroposofia, della medicina antroposofica o steineriana e della stessa pedagogia Waldorf.

Le prime scuole steineriane videro la luce in Germania dopo la prima guerra mondiale e fu proprio la scuola di Stoccarda a fare da modello per le successive. Da questa scuola prese il nome il metodo educativo da lui proposto, era la scuola per i figli degli operai della fabbrica Waldorf-Astoria.

I primi insegnanti della scuola steineriana furono scelti tra i collaboratori dello stesso Rudolf che attraverso lo studio della natura del bambino, li condusse verso l’arte dell’educazione.

Il metodo Steiner copre l’intero arco educativo che inizia dal pre-asilo fino ai diciotto anni. Oggi, soltanto nel nostro paese, si contano 97 istituti che adottano questo metodo e sono suddivisi tra scuola dell’infanzia, di primo ciclo e scuole superiori.

Alla base dell’approccio steineriano

Secondo il metodo proposto da Steiner è fondamentale stimolare in modo integrato le facoltà cognitivo-intellettuali (pensiero), quelle creativo-artistiche (sentimento) e le pratico-artigianali (volontà) che ogni essere umano possiede.

Ciò significa che il bambino deve essere libero da qualsiasi condizionamento quando esprime le sue potenzialità e abilità. E la pedagogia, definita “arte dell’educazione”, serve proprio ad aiutare ogni bambino in questo processo di elaborazione ed espressione.

Fin da piccoli l’immaginazione è al centro, ecco perché è fondamentale stimolare la creatività attraverso semplici giocattoli da poter usare in diversi modi. Stessa importanza va data all’ambiente: se a misura di bambino può essere trasformato dai bambini stessi in base alla loro immaginazione.

Principi fondamentali

Andiamo ora a vedere quali sono gli elementi cardine del metodo steineriano.

1) Antropologia evolutiva

La pedagogia deve concentrarsi sull’evoluzione del bambino. Non bisogna soffermarsi a pensare, come potrebbe fare un genitore, ai possibili obiettivi che il bambino può raggiungere professionalmente una volta diventato grande. Questo perché crescendo, il bambino, sarà in grado di capire autonomamente quale sarà il suo posto nel mondo.

2) Le materie artistiche

Secondo Steiner l’aspetto cognitivo-intellettuale dell’apprendimento non deve dominare sulle materie artistiche, creative e artigianali. Nella scuola steineriana si dà molta rilevanza alle materie artistiche e artigianali piuttosto che al classico studio degli argomenti.

Arte e lavori manuali, pittura, scultura, musica, cucito, lavorazione del legno o del metallo, giardinaggio, hanno un ruolo fondamentale. Anche il momento ludico per eccellenza, il gioco, svolto all’aria aperta e in qualsiasi stagione occupa un ruolo formativo di primo piano.

Il tutto rispettando le fasi di sviluppo del bambino/ragazzo (da 0 a 7 anni, da 7 a 14, da 14 a 21). Per esempio, secondo l’approccio steineriano, la lettura e la scrittura si insegnano dopo i 7 anni perché prima il bambino si trova ancora nella sua fase pre-natale.

3) L’amore per la natura

La pedagogia di Waldorf insegna ai bambini l’amore per la natura e il rispetto per l’ambiente. Si dà valore alla provenienza del cibo, all’agricoltura naturale e all’alimentazione biologica.

4) Intelligenza manuale

La praticità che caratterizza la pedagogia di Waldorf sta nello svolgimento di attività manuali. I bambini partecipano a laboratori artistici, creativi e viene dato valore alle attività manuali come per esempio il lavoro a maglia. Questo perché la manualità sviluppa la coordinazione tra mano e occhio tenendo in allenamento il cervello.

5) Apprendere con le immagini

L’immaginazione dei bambini si coltiva attraverso le immagini che stimolano le capacità di rappresentazione. Il racconto delle fiabe è accompagnato dall’uso di immagini fantasiose; nell’insegnamento della scrittura ci sono le immagini. E non mancano neanche nel modo di parlare dell’insegnante (“mettere il lucchetto alla bocca” invece di “fare silenzio”).

6) Le fiabe

Secondo Steiner i bambini hanno bisogno delle fiabe (quelle popolari sia locali che del resto del mondo). Le fiabe sono un patrimonio culturale immenso e fungono da strumento di crescita per il bambino.

Le prove che un personaggio deve affrontare in una fiaba sono come le prove che nella realtà un bambino si trova e si troverà di fronte. Le fiabe confortano i bambini, allenano la fantasia e la comprensione delle emozioni.

7) Le bambole Waldorf

Si tratta di bambole morbide fatte a mano il cui scopo è quello di stimolare la fantasia del bambino. Hanno pochi dettagli, la loro caratteristica principale è l’avere i tratti del viso poco definiti.

In questo modo i bambini possono attivare la fantasia e rappresentare le emozioni che preferiscono. Queste bambole aiutano il bambino nel dialogo con se stesso.

8) Pedagogia curativa

L’approccio steineriano si basa sulla pedagogia curativa che serve a sostenere il bambino o il ragazzo quando incontra gli ostacoli durante la sua crescita. Nel nostro paese il riferimento per la pedagogia curativa è l’”Associazione di lingua italiana per la pedagogia curativa e socioterapia antroposofica”.

9) Emulazione e sperimentazione

Dato che i bambini imparano per emulazione imitando per esempio ciò che fanno i genitori e subito dopo sperimentando, sarebbe bene che i genitori si impegnassero in attività manuali per diventare punto di riferimento e stimolo per l’apprendimento dei figli.

10) Gli insegnanti steineriani

Gli insegnanti non vogliono crescere il bambino perfetto ma piuttosto adattano la materia d’insegnamento all’individualità dell’allievo e alla sua comprensione. Sono dei veri e propri educatori specialmente nei primi 8 anni di scuola in quanto responsabili sempre della stessa classe.

Vedono i bambini crescere sotto i loro occhi. Fin dal primo anno gli insegnanti danno molta importanza all’insegnamento delle lingue straniere.

Come si strutturano le lezioni

Durante l’anno non ci sono programmi scolastici predefiniti perché si impara condividendo esperienze con i compagni di classe e con gli insegnanti. I libri sono poco usati e la competizione è ridotta al minimo infatti non è previsto l’uso dei voti per dare un giudizio.

L’approccio ad ogni materia è contemporaneamente sia pratico che creativo. In ogni lezione si alternano: l’acquisizione di informazioni su un tema, l’elaborazione delle stesse e le esercitazioni pratiche. L’argomento viene poi ripreso il giorno successivo per rendere efficace l’apprendimento.

Infine la tecnologia (tv, computer, ecc) è vietata nelle scuole steineriane.