Tutti vogliono capire quanto costa l’università prima di iscriversi a un corso di laurea; ci si domanda quali saranno le spese da sostenere e quali aiuti esistano per il percorso di studi scelto. In questo articolo parleremo di università pubbliche.

Ci sono alcune spese fisse da tenere in considerazione, anche con ISEE basso o con l’idoneità alla borsa di studio (della quale abbiamo parlato in un altro articolo). Parliamo per esempio della tassa regionale, dall’importo fisso e, in alcuni casi, rimborsabile.

Ma ogni corso di laurea ha il proprio costo, a partire dai meno cari come Lettere Moderne, ai più costosi come Medicina. Anche in questo caso non mancano sostegni da parte dell’Università, della Regione o dello Stato per affrontare il percorso che si preferisce.

Quanto costa prendere una laurea: costi fissi

Test di ingresso

Per iscriversi a un corso universitario prima di tutto bisogna superare il test di ingresso, che sia a numero chiuso o aperto. Solitamente non è una procedura gratuita. Prima ancora di entrare nell’ateneo e iscriversi, bisogna quindi pagare una media di 60 euro ogni test di ingresso (il test di Medicina costa 100 euro per esempio).

Bisogna tenerlo in considerazione soprattutto se non si è sicuri del corso di laurea scelto e si voglia tentare più test di diverse facoltà e corsi.

Tassa regionale

Una volta superato il test, come abbiamo accennato all’inizio di questa guida, ogni corso universitario ha una spesa fissa: la tassa regionale di iscrizione.

La tassa regionale, che serve per immatricolarsi, ha un costo fisso annuale (da rinnovare ogni anno) in media di 140 euro (in alcune Regioni ha un costo di 120 euro, in altre arriva a 160 euro) a cui vanno aggiunti 16 euro di imposta di bollo.

Si può richiedere però il rimborso di tale tassa attraverso i servizi dell’Azienda per il diritto agli studi universitari. Solitamente il rimborso si ottiene entro l’anno successivo al suo pagamento, nel mese di ottobre, data che permette di riutilizzare i soldi per l’iscrizione al nuovo anno.

Tasse universitarie

Ogni corso, ogni facoltà, ogni ateneo e università ha il proprio tariffario, ma la regola di base per capire quante tasse pagare è presentare il proprio ISEE.

Infatti le tasse universitarie vengono calcolate sull’ISEE dello studente che ne fa domanda.

Le università calcolano le tasse in base alle fasce di reddito:

  • da 0 a 20.000 euro non si pagano tasse, si è nella “no tax area” (solitamente in questa fascia si rientra anche nelle graduatorie delle borse di studio);
  • da 20.000 a 30.000 euro si pagano le tasse con una riduzione annuale che va dal 80% fino al 10%;
  • non presentare l’ISEE invece vuol dire pagare le tasse universitarie nel loro importo massimo.

Al di sopra di questi importi si pagano le tasse nella loro interezza, divisibili comunque in tre tasse con scadenze disposte lungo tutto l’anno accademico.

Superare la scadenza, in alcune facoltà, vuol dire pagare una sovrattassa. Il ritardo costa caro: 60-80 euro, che raddoppia in caso il ritardo superi i 60 giorni. In altre, il ritardo nel pagamento, impedisce di svolgere gli esami o richiedere certificazioni.

Non esiste solo il calcolo dell’ISEE per essere esentati dal pagamento delle tasse universitarie, un’altra opzione per il primo anno di università è presentare il voto del diploma di maturità. Vengono esentati dal pagamento delle tasse universitarie del primo anno chi si è diplomato con 100 e 100/lode.

Tassa di laurea

Dopo un percorso di studi di 3 o 5 anni, ma anche nel caso di un corso magistrale di 2 anni, arriva il momento di scrivere la tesi e prepararsi per l’esame finale.
Come per la tassa dell’esame di maturità, anche la fine degli studi universitari è tassata con un importo che varia da corso a corso. Mediamente si aggira intorno ai 30 euro.

Altri costi per un percorso di studio universitario: trasporti, casa e libri

Non ci sono solo tasse da tenere in considerazione. Per studiare molti giovani lasciano la propria casa per trasferirsi più vicino alla struttura di riferimento o sono costretti a fare i pendolari per tutta la durata del corso.

Casa e/o stanza

Ovviamente bisogna tenere in considerazione anche queste due grandi spese.
Una stanza per studenti può avere un costo molto vario, questo dipende dalle richieste dello studente (casa, stanza doppia o singola), dai servizi compresi (luce, gas e internet) e dalla vicinanza alle sedi universitarie.

Possiamo tentare di fare una media italiana, ma le spese variano molto a seconda delle città. Dai 170 euro medi mensili per città come Palermo, ai 400/500 euro per Milano e Roma.

Trasporti

Anche il costo dei trasporti è da tenere in considerazione, infatti tratte di 60 km possono arrivare a costare anche fino a 600 euro all’anno. In questi casi si può richiedere l’applicazione di sconti tramite servizi come il “Me lo merito” per la Regione Lazio.

Ulteriori sconti si possono chiedere presentando l’ISEE presso gli uffici Regionali dei trasporti.

Gli studenti universitari si trovano spesso davanti alla scelta di un abbonamento mensile (meno costoso, ma da rifare ogni mese) o uno annuale (che copre anche periodi nei quali non bisogna frequentare l’università).

Nel primo caso si rischia di spendere complessivamente di più per il periodo di frequenza dei corsi, che va da settembre a maggio. Nel caso dell’abbonamento annuale invece è il costo iniziale a spaventare, ma alcuni istituti bancari permettono il pagamento rateizzato.

Libri

Non dimentichiamoci i libri sui quali studiare. Sono irrinunciabili e hanno un costo elevato nella maggior parte dei casi.

Un testo accademico per Lettere Moderne può variare dai 10 ai 30 euro, mentre per Medicina i costi sono più elevanti, solitamente dai 30 euro ai 100-200 euro.

Anche in questo caso esistono sostegni per lo studio o altri escamotage per pagare meno la preparazione a un esame.

Si possono comprare i libri di testo in una libreria fisica o in uno store digitale e richiedere il rilascio di una fattura. In alcune regioni il servizio per i diritti allo studio rimborsa la spesa dei libri per un massimo di 300-380 euro.

In alternativa i libri possono essere acquistati usati: si acquistano sulle pagine Facebook dedicate ai vari corsi o si scambiano tra studenti. Anche le librerie universitarie permettono la compravendita di libri usati, di cui però non rilasciano fattura.

Nel caso servissero pochi capitoli di un libro, la legge permette allo studente universitario in crisi di fotocopiare un massimo del 10-15% del libro. Nel caso, in extremis, di un libro di testo che non viene più stampato, si può fotocopiare l’intera opera senza timore di ricorrere in sanzioni o rimproveri dei docenti.

Le università hanno locali e tessere dedicate alle fotocopie, dove spesso i professori lasciano le dispense delle lezioni, approfondimenti e libri di testo introvabili al giorno d’oggi. Solitamente in questi casi si pagano 5 centesimi a pagina, ma il costo varia da università a università.

Per il primo anno, se si è ancora in tempo, si possono usare i soldi del Bonus Cultura (18 App) per comprare i primi testi. Sono 500 euro dedicati all’acquisto di libri, dvd, cd musicali, ma anche corsi di lingua, spettacoli teatrali e concerti.

In Italia il diritto allo studio garantisce un certo supporto allo studente, che in ogni spesa è accompagnato e supportato, a partire dalle tasse fino ai libri di testo.