La doppia linea della didattica in presenza e a distanza sembrerebbe essere la naturale continuazione delle chiusure avvenute fino ad oggi dovute al Covid-19. La decisione di mantenere una doppia linea sulla didattica consentirebbe di agevolare sia gli universitari fuori sede che faticano a tornare all’Università per un solo mese, sia coloro i quali abbiano necessità di svolgere l’esame finale di Laurea in presenza.

L’esperienza accumulata fino ad oggi dal punto di vista tecnologico non andrà dunque dispersa né sprecata: anche per le riaperture in zona gialla, in epoca coronavirus, la didattica dell’Università rimarrà parzialmente a distanza. O meglio: rimarrà la possibilità di rendere la didattica a distanza per eventuali necessità di capienza aule o dello studente.

Riguardo la capienza delle aule, quello sarà un punto cruciale. Sebbene, infatti, questa fase di apertura iniziata il 26 aprile abbia ripristinato l’avvio delle attività scolastiche in presenza, buona parte del perdurare della didattica a distanza dipenderà proprio dalla capienza delle aule. Il Governo prevede comunque la possibilità di effettuare la sessione estiva in presenza pur mantenendo attenzione alle disposizioni governative in atto.

Tuttavia, alcune aule che risultano essere troppo piccole, vengono considerate non adatte a una percentuale di capienza tale da consentirne il ripristino d’uso. Secondo le disposizioni legislative, sarà anche a giudizio dell’Università stessa ritenere quali aule sia opportuno ripristinare e quali no.

Per quanto riguarda la vaccinazione a livello universitario, invece, Maria Cristina Messa sostiene che non si hanno abbastanza dati, a livello complessivo, poiché le differenze tra una regione e l’altra sono considerevoli. Verosimilmente è plausibile che il 60% di chi ha un contratto in ambito universitario dovrebbe aver ricevuto la vaccinazione.

Università in presenza dal prossimo anno

Gli studenti universitari termineranno quest’anno tra distanza e laurea in presenza per chi voglia e possa muoversi per raggiungere la sede. Già si inizia a parlare del prossimo anno e di come poter riportare in presenza l’Università da ottobre. Infatti, parlando dell’esame di Laurea essendo a favore della presenza, la titolare del dicastero dell’Università e della Ricerca ha asserito che si potrebbe, dati permettendo, tornare totalmente in presenza nelle Università dall’inizio del prossimo anno accademico.

L’intenzione, infatti, è di provare a ripristinare le lezioni in presenza almeno dal prossimo anno e almeno per gli universitari che preferiscano questo tipo di assetto. I possibili scenari che andranno a incidere sulla decisione di ripristinare la didattica in presenza per l’Università sono due: l’andamento dei contagi; i risultati del piano vaccinale.

Aspettando il prossimo anno accademico, intanto, ad oggi, le Università aprono e così le loro biblioteche e i loro laboratori. Un’Università, infatti, non si compone solo di lezioni frontali, ma anche di possibilità di ricercare, di consultare libri, di condurre esperimenti, di interagire con equipe di ricerca e molto altro. Ecco perché la distanza non sempre sopperisce in modo fruttuoso all’andare fisicamente nella città universitaria.