L’assegno unico familiare per i figli diventa il solo strumento per il sostegno della natalità e delle famiglie. Il Senato ha dato via libera al ddl delega che, dopo quasi un anno dalla proposta, diventa legge. Il provvedimento è stato approvato all’unanimità, con 227 sì, nessun no e solo 4 astenuti.

C’è ancora molto da fare: la misura va costruita nel dettaglio e, per far sì che l’assegno unico familiare diventi operativo dal 1° luglio come annunciato, serviranno ancora dei mesi di progettazione dei decreti attuativi.

Il provvedimento arriva proprio quando la Banca d’Italia segnala le sempre maggiori difficoltà delle famiglie. Dopo un anno di crisi pandemica, le famiglie più colpite sono quelle numerose e in affitto. Il 40% di queste ultime dichiara di non riuscire più a sostenere le spese della casa; vedremo se con l’introduzione del nuovo assegno unico - per il quale bisogna ancora definire il criterio per il calcolo - le cose miglioreranno.

Assegno familiare: cos’è e a chi spetta?

L’assegno unico ammonterà ad un massimo di 250 euro per figlio; verrà pagato dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni d’età. Per i nuclei familiari con a carico tre o più figli l’assegno sarà maggiorato ma ancora non si conosce in che percentuale.

Anche in caso di figli disabili è previsto un aumento dell’ammontare mensile, che varia da +30% fino a un massimo di +50%. Inoltre, l’assegno, in caso di divorzio, sarà spartito equamente tra i due genitori e dipenderà dall’Isee.

Solo in caso di proseguimento degli studi, inizio di un tirocinio o lavoro a basso reddito, sarà confermato l’assegno unico oltre i 18 anni (e fino ai 21). In questo caso il sostegno sarà percepito, in forma minore, direttamente dai giovani. Una forma di sostegno all’istruzione che si aggiunge al rinnovato Bonus Coltura di 500 euro al compimento dei 18 anni e usufruibile con l’identificazione SPID su 18app.

Assegno unico familiare: “È un passo storico”

"È un passo storico - dichiara il ministro della Famiglia Elena Bonetti - un giorno buono per l’Italia, di un tempo nuovo, della ripartenza", affrettandosi poi a sottolineare il merito di Italia Viva per il buon esito dell’operazione.

Dichiarazioni positive da parte di tutti i partiti: tra il Movimento 5 Stelle che sottolinea l’approccio sociale della riforma in linea con i suoi ideali e il PD che parla dell’importanza del sostegno alla natalità. Anche Matteo Salvini, leader della Lega, si pronuncia sulla legge:

Passo concreto per aiutare le mamme e i papà.

Una riforma storica per incapienti e autonomi, ma che potrebbe penalizzare i dipendenti. Infatti l’assegno unico sostituirà quasi tutte le altre detrazioni attualmente in vigore e ciò potrebbe comportare penalizzazioni vista anche la perdita del diritto agli assegni familiari. Il governo ha dichiarato che ci sarà una "fase transitoria" per questi casi.

Assegno unico e non solo: primo passo del Family Act

Il provvedimento, ricorda ancora la ministra di Italia Viva, si completerà con il Family Act, messo in tavola dal governo Conte 2 già da giugno scorso. Al centro del Family Act il rilancio del lavoro femminile. Ma non solo, tra gli obiettivi anche la lotta al calo demografico, sempre più acuto.

Nel dettaglio, il Family Act prevede:

  • assegno universale: dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni (ora prolungato a 21 anni);
  • congedi parentali: 10 giorni al padre (a prescindere dallo stato civile o di famiglia del genitore lavoratore), un permesso retribuito per i colloqui con i professori pari a 5 ore in un anno;
  • incentivi al lavoro femminile: indennità integrativa del 30% al rientro dal congedo (erogato direttamente dall’inps), fondo di garanzia per imprese e start up femminili e lavoro più flessibile;
  • autonomia e protagonismo giovanile: agevolazioni fiscali per acquisto di libri e affitto di case in quanto studenti o soggetti sotto i 35 anni;
  • infanzia: assegno natalità e aiuto rette asili nidi.